a cura di Ciro Andreotti
Wisborg, 1838. Thomas Hutter, venditore della Knock Immobiliare, viene inviato dal signor Knock a recarsi nei Carpazi per la vendita di un rudere. L’acquirente, il Conte Orlok, desidera traslocare in Germania ma a patto che venga raggiunto nel suo castello per trattare direttamente l’acquisto. Thomas, invogliato da un guadagno molto ingente, parte per raggiungere il castello del Conte, lasciando a casa la giovane moglie Ellen che da qualche tempo è preda di visioni notturne e crisi di sonnambulismo.
Robert Eggers firma la sua quarta pellicola a tinte horror, rivisitando un classico del cinema del secolo scorso che seppe rappresentare la pietra angolare delle pellicole di genere, dando il via a tutta l’agiografia su celluloide del principe delle tenebre, che da Bela Lugosi fino a Christopher Lee, ha accompagnato le paure del pubblico di almeno quattro generazioni e rifacendosi alle origini del suo mito cinematografico. Modificando, come nel caso della pellicola di Murnau, nomi e locations. Abbandonando per il conte Orlok i completi eleganti e le sembianze umane, per aggiungervi un aspetto mostruoso e pochi dubbi su chi possa essere il cattivo della storia.
Nosferatu il vampiro (Nosferatu, eine Symphonie des Grauens; 1922) è rivisitato pedissequamente, sia per quanto riguarda la trama, sia per mezzo di ambientazioni gotiche, plumbee e invernali che fanno da sfondo a un presunto contagio pestilenziale che sta attraversando l’Europa da est a ovest. Sulla direttrice che unisce la psiche di un Conte, lo svedese Bill Skarsgård irriconoscibile sotto tonnellate di trucco, alla mente di Ellen Hutter, giovane moglie di un agente immobiliare guidato dal desiderio di una solida stabilità economica.
Quella che però sembra peste è al contrario qualche cosa che solamente un fisico appassionato di esoterismo, il Professor Albin Eberhart Von Franz, riesce a svelare. Ovvero un legame psichico che unisce Ellen, la primogenita della coppia Johnny Depp, Vanessa Paradis, a un vampiro dall’età approssimativamente ultra centenaria.
A impersonare il dottor Von Franz: Willem Dafoe, che torna a collaborare con Eggers per la terza volta e a raccontare nuovamente una storia che ruota attorno alla pellicola firmata da Murnau. Difatti se ne L’ombra del vampiro (Shadow of the Vampire; 2000) il suo ruolo era quello di Max Schreck, lugubre attore Berlinese che nel film del ’22 impersonava il Conte Orlok. Questa volta gli spetta il ruolo della nemesi di Nosferatu. Mentre a fare da contraltare al vampiro e a impersonare il vero protagonista assieme al conte Orlok, il trentacinquenne attore britannico Nicholas Hoult nella parte di Thomas Hutter.
Pellicola che al termine delle oltre due ore di durata, non aggiunge però molto al mito cinematografico di Dracula, non riuscendo a riscriverne origini o chiavi di lettura, perché decisa a privilegiare la trama, ricalcata sulla medesima narrazione del film originale, ponendo in secondo piano le abilità dei singoli attori.
Esercizio di stile comunque portato a termine in maniera molto efficace per uno degli autori contemporanei più interessanti degli ultimi anni, ma che desideriamo rivedere alle prese con qualche soggetto maggiormente originale.
Nosferatu (id.) USA – 2024. Regia di: Robert Eggers Genere: horror Durata: 135′. Cast: Lily-Rose Depp, Bill Skarsgård, Nicholas Hoult, Aaron Taylor-Johnson, Willem Dafoe Fotografia: Jarin Blaschke Musiche: Robin Carolan Soggetto: Friedrich Wilhelm Murnau, Bram Stoker Sceneggiatura: Robert Eggers Montaggio: Louise Ford Produzione: Studio 8, Maiden Voyage Pictures Distribuzione: Universal Pictures