Rabbia e stile Storie di Mods e degli Statuto, la recensione del libro di Oscar Giammarinaro.
Oscar Giammarinaro, leader degli Statuto, (intervista completa al leader del gruppo) gruppo Mod indipendente salito alla ribalta delle cronache musicali per una Hit Sanremese che li fece erroneamente etichettare come gruppo rock demenziale, ci porta al centro di Torino, la sua città. Ma non la Torino di oggi, ma quella dei primi anni ‘80. Una città profondamente industrializzata e per mille aspetti alienante e non troppo dissimile da altri grandi metropoli europee.
Una Torino osservata attraverso gli occhi di un diciassettenne studente del conservatorio, che vorrebbe fare della musica la propria professione e che nel bel mezzo della propria adolescenza s’imbatte casualmente in uno stile di vita che ne stravolgerà completamente l’esistenza. Spinto da un conoscente più grande, ma che in breve tempo diventerà come molti altri un amico fraterno. Il giovane Oscar inizia a frequentare la centralissima Piazza Statuto abbracciando uno stile di vita che avrebbe dovuto sempre conoscere ma che involontariamente ignorava, perché essere un Mod non è una scelta ma una condizione preesistente.
Un interessante e indispensabile immersione nella storia del gruppo musicale Statuto.
Mai come nel libro, aggiornato per l’occasione con l’aggiunta degli ultimi anni di vita dell’autore, il concetto giunge profondo e elegante. Esattamente come le lambrette, i completi, la musica e le idee che chi il Modernismo lo abbraccia con consapevolezza. Un lungo racconto che si srotola per quattro decadi venendo supportato da una prosa semplice ma efficace. Muovendosi tra scontri fra bande e attraverso una successione interminabile di nomi e soprannomi, viaggi, raduni, luoghi, amori, vacanze.
Risultando in più d’una occasione struggente, con i ricordi di coloro che non ci sono più e con una dedica speciale a colui che probabilmente è il più celebre dei cultori del Modernismo di casa nostra. Il maestro Ezio Bosso che da compagno di conservatorio di Oskar, divenne prima membro degli Statuto, per poi raggiungere la fama mondiale come direttore d’orchestra, mai scordandosi né piazza Statuto, luogo abituale di ritrovo dei Mods, e dove ritornava non appena gli fosse possibile, ma non dimenticandosi nemmeno di tutti coloro che piazza Statuto hanno permesso di renderla quel che è oggi.
Al tempo stesso Oskar non si esime dal narrare la storia della sua band. Ovvero cosa lo spinse a scegliere di fondare gli Statuto e di come questa scelta sia stata la logica conseguenza di chi voleva fare della musica la propria professione. E che alla fine grazie alla musica ha potuto sia fare il lavoro dei suoi sogni, ma anche potendo diffondere il verbo Mod. Differenti quindi i piani di lettura di una vera bibbia, anche musicale, molto utile per districarsi fra le mille sfaccettature di un mondo che sociologicamente si definisce subcultura ma che sottotraccia nasconde la storia di una comunità viva e ancora molto vegeta.