a cura di Ciro Andreotti
New York, anni ’60. Mickey, Neutron, Jim e Pedro, frequentano il liceo, giocano a basket per la squadra della scuola e iniziano le prime esperienze con l’eroina. Esperienze che li porteranno a modificare i loro piani per il futuro.
“Jim Carroll sa scrivere decisamente meglio di buona parte dei suoi coetanei, per non parlare degli adulti”
Parole e musica di Jack Kerouac, uno dei padri fondatori della beat generation, e poco importa se il basket, che nei ’60 accompagnava le giornate adolescenziali di Jim e dei suoi compagni di squadra e di scuola, sia passato velocemente in secondo piano causa l’arrivo della dama bianca, leggasi eroina.
Date queste premesse il lavoro del regista Scott Kalvert, noto al grande pubblico quasi esclusivamente per questa pellicola, dimostra come sia possibile generare un mini – capolavoro tratto da un romanzo, ma è più corretto definirlo diario, che da sempre è osannato nella Grande Mela esattamente come un mantra Indù sulle rive del fiume Gange.
Una pellicola non certo assistita dal giovane DiCaprio, all’epoca incapace di reggere sulle sue spalle ruoli difficili e complessi, ai quali in tal caso offrì una prova anonima, che aggiunse poco o nulla all’adolescenza scellerata del protagonista, un ragazzo che sarebbe potuto arrivare facilmente a un college di prestigio grazie alla sua abilità nel maneggiare il pallone da basket e alla sua attitudine per la parola scritta. Al fianco di DiCaprio si muovono attori in seguito divenuti altrettanto fondamentali nella Hollywood degli anni a seguire quali: Mark Whalberg, all’epoca ancora in bilico fra il cinema e l’HipHop con lo pseudonimo Marky Mark. Juliette Lewis in quello di una prostituta per finire con un irriconoscibile Michael Imperioli e Lorraine Bracco, nella parte della madre del protagonista.
È alla fin fine la sceneggiatura perfettamente orchestrata da Bryan Goluboff che riesce a portare lo spettatore nelle strade della New York dei ’60, offrendo alle pagine del diario una continuità narrativa non scontata. Donando alla narrazione quel realismo, quel pathos e quella crudezza necessari per fotografare la discesa nel mondo della delinquenza di ogni componente del gruppo di amici.
Un film da vedere perché passato colpevolmente in sordina al momento della sua uscita, seppur immediatamente apprezzato da critica e pubblico. E soprattutto un romanzo da recuperare, perché capace di fotografare la grande mela dell’epoca, composta anche da chi si compiaceva delle proprie abitudini malsane.
Ritorno dal nulla (The Basketball Diaries) USA 1995. Regia di: Scott Kalvert. Genere: Drammatico, Durata: 102′. Cast: Leonardo DiCaprio, Lorrainne Bracco, James Madio, Roy Cooper, Patrick McGow, Mark Whalberg, Bruno Kirby, Ernie Hudson, Juliette Lewis Fotografia: David Phillips. Musiche: Graeme Revell Soggetto: Jim Carroll Sceneggiatura: Bryan Goluboff Produzione: Porchlight Films, Screen Australia Distribuzione: 20th century Fox