Salutami tuo fratello, recensione del libro scritto da Marco Ligabue.
Salutami tuo fratello, cronache spettinate di un rocker emiliano…
Nascere e crescere all’inizio degli anni ’70 nell’operosa provincia di Reggio Emilia, in un paese di poco più di ventimila anime e a costante contatto con la natura e la ruralità, può essere accattivante ma alla lunga snervante, se a colmare il vuoto delle fredde giornate invernali, e l’afa di quelle estive, non ti arriva in soccorso la fantasia.
A darti una mano può arrivare come un treno che ti colpisce di sorpresa un fratello di dieci anni più vecchio che una domenica pomeriggio di fine anni ‘80 sfodera su un palco improvvisato il suo talento per il rock. Da quel momento mentre lui inizia a scalare la hit parade e anche tu inizi a inforcare la chitarra, verrai raggiunto dal più classico dei saluti non certo di circostanza.
Marco Ligabue alla soglia dei cinquant’anni, si racconta senza nascondersi.
Scherzando molto sul forte legame che l’unisce al fratello e alla sua terra d’origine, Marco Ligabue “svuota il sacco”. Per una volta decide d’inforcare non la chitarra ma il suo PC per raccontarsi a 360° partendo dall’infanzia e parlando lungamente della sua vita privata. Delle difficoltà incontrate lungo la strada, e delle sue passioni ancestrali per il Messico, per la vita da sorseggiare come un bicchiere di Tequila.
Le amicizie createsi in tanti anni di collaborazioni musicali o semplicemente createsi perché in un piccolo paese ci si conosce tutti. Parlando anche di quel rapporto saldo come l’acciaio con un fratello più famoso ma per il quale non prova la benché minima invidia. Riconoscendogli quanto i suoi consigli, musicali e non, siano stati preziosi per fare di lui l’uomo, e l’artista, che è oggi.
Le quasi 300 pagine del romanzo vengono divorate da chiunque non sia necessariamente un fan dell’autore o della musica rock. Ma anche di chi semplicemente desidera avvicinarsi a una storia famigliare personale di chi fra mille difficoltà ha cercato di raggiungere i risultati che si era prefissato.
Salutami tuo fratello, recensione del libro scritto da Marco Ligabue.