Sogni e delitti, recensione del film diretto da Woody Allen.
Londra; Ian e Terry sono una coppia di fratelli che risiede nella capitale inglese e che ha idee e grandi progetti. Ian gestisce il ristorante di famiglia, ma ha il desiderio di traslocare a Los Angeles per gestire alberghi. Terry di giorno meccanico in un officina, ha il vizio del gioco d’azzardo e desidererebbe aprire un negozio di articoli sportivi. Quando dopo una serata in cui la fortuna gli ha girato le spalle, Terry si trova pieno di debiti e la sua unica ancora di salvezza è l’arrivo in città del multimiliardario zio Howard. L’uomo è pronto a dare una mano sia a lui che al fratello ma in cambio domanda loro di assassinare un pericoloso testimone.
Sulla scia di Match Point, ecco il terzo lungometraggio “ALL-UK” del regista più Newyorkese che ci sia. Woody Allen snoda nuovamente la trama fra le vie lastricate in pietra vista della capitale Inglese, ancora una volta in bilico fra il dramma e il giallo. Narrando i legami contraddittori e intestini a una famiglia medio borghese come tante. Se nella pellicola del 2005 l’assassinio perpetrato da Jonathan Rhys Meyers era premeditato, questa volta è altresì “imposto” da terze persone ma potrebbe, ancora una volta, rimanere nuovamente impunito.
Film riuscito solo a metà e che soffre dell’inevitabile termine di paragone con il primo dei prodotti non USA di Allen…
Ancora una volta, e per mezzo dei due fratelli Ian e Terry, Allen riesce a riproporsi in una veste professionale nuova e intonsa. Difficile che dopo anni di psicanalisi e clarinetto, gag e battute, si potesse credere che l’allora ultra settantenne comico di origine ebraica fosse in grado di rimettersi in gioco. Invece, e per la seconda volta, la critica ha dovuto cedere il passo all’evidenza dei fatti. Questa prova di Allen, dedicatosi esclusivamente al ruolo di regista e sceneggiatore, è ancora una volta efficace e ben orchestrata. Ma resta inevitabilmente adombrata dal precedente di Match Point, intervallato dalla commedia noir e sempre Londinese: Scoop.
Film quindi riuscito ma solo a metà e che soffre dell’inevitabile termine di paragone con il primo dei prodotti non USA di Allen. Ciò nonostante la sceneggiatura regge anche a incongruenze che avrebbero potuto manifestarsi nel corso della narrazione. I protagonisti, tutti British, a parte l’irlandese Farrell, sono credibili. Mentre il minimalismo, che da sempre contraddistingue il cinema di Allen, è ancora una volta garantito attraverso interni di abitazioni ove risiedono poltrone e biscotti fatti in casa, dialoghi famigliari, e Porridge servito nel corso di pranzi domenicali. Un plauso particolare, e finale, alla fotografia del premio Oscar Vilmos Zsigmond capace di ricreare una Londra tetra e lugubre che perfettamente si sposa con la sinossi.
Sogni e delitti (Cassandra’s Dream.) USA, Gran Bretagna 2007 Regia di: Woody Allen. Genere: Drammatico, Thriller Durata: 130′. Cast: Ewan McGregor, Colin Farrell, Hayley Atwell, Tom Wilkinson, Sally Hawkins, Tamzin Outhwaite, Mark Umbers, Phil Davis, John Benfield. Fotografia: Vilmos Zsigmond. Musiche: Philip Glass. Sceneggiatura: Woody Allen.
Sogni e delitti, recensione del film diretto da Woody Allen.
Valutazione finale. 7,5/10