Solaris, recensione del film diretto da Andrei Tarkovskij.
Lo psicologo Kris Kelvin va a trovare il padre nella casa in campagna, prima di partire per una missione: raggiungere la stazione scientifica orbitante il misterioso pianeta Solaris, investigare sugli strani comportamenti dei tre scienziati presenti e decidere se chiudere la struttura, oramai inutilmente dispendiosa. Al suo arrivo Kris si rende conto di strane presenze che si aggirano nella stazione. L’uomo è confuso, ma curioso. Solo quando si trova di fronte alla materializzazione di Hari, sua ex-moglie morta dieci anni prima, il Dr. Snaut e il Dr. Sartorius gli spiegano quanto accade su quel pianeta.
Primo aspetto messo in evidenza da Tarkovskij in apertura di film è l’importanza del contatto con la Natura e la spiritualità che da essa ne deriva. Conseguenza del suo amore per la natura maturato durante il periodo in cui lavora come geologo. Inoltre tema ricorrente nei suoi film è la presenza dell’acqua. In questo caso sotto forma di stagno in cui gli alberi e i cespugli si riflettono, di acquazzone e di oceano, quello pensante di Solaris.
Alla sua uscita nelle sale, per accattivarsi e incuriosire il pubblico, Solaris è stato pubblicizzato come la risposta sovietica a 2001 Odissea nello spazio di Stanley Kubrick. Nonostante li accomuni il mostrare l’uomo nel suo perdere il contatto con il proprio pianeta, il proprio luogo d’origine, interessandosi ad una realtà ignota, Tarkovskij affronta tematiche diverse quali l’esistenzialismo e fino a dove può condurci il raziocinio, trascurando il mero aspetto fantascientifico.
La meditazione in cui Kris è immerso nell’osservare la natura che lo circonda viene messa a confronto col crucciarsi sulle stranezze dell’oceano pensante di Solaris. Perché cercare di risolvere l’ignoto – qualcosa di distante da noi – quando ancora non sappiamo risolvere noi stessi? È la questione su cui l’autore pone l’accento, oltre al credere nelle seconde opportunità e nell’amore, che per il protagonista sembra essere la cosa più importante. Inoltre introducendo il personaggio di Hari, Tarkovskij fa di più portando lo spettatore a interrogarsi su questioni delicate: cosa rende un essere umano tale? Quali caratteristiche deve possedere? Molto intuitiva e acuta la sequenza in cui Hari pone dei quesiti esistenziali a Kris e ai due scienziati, proprio lei che non ha niente di “umano”.
Quello descritto da Tarkovskij è un universo pervaso da un’infinità di impensabili possibilità, che l’uomo può riscontrare solo nella realtà del sogno. Il regista dissemina una certa sensazione onirica, parte della sua poetica. Reso molto bene è l’impercettibile passaggio dal colore al bianco e nero, che si rimpallano l’un l’altro durante tutto l’arco narrativo. Il più delle volte, infatti, la macchina da presa si sofferma su qualcosa dal colore “neutrale” per operare il cambio.
Curata la scenografia, dal set della stazione alla scelta degli oggetti di scena, che col tempo rendono il luogo familiare. Il ritmo dà il tempo allo spettatore di soffermarsi su quanto accade e di carpire quanto il regista vuole comunicargli. È perlopiù lento, diventando in alcuni snodi narrativi più spedito, ma conferisce nell’insieme il giusto gioco delle parti.
La sequenza del viaggio in macchina è una trovata estetica, derivata dall’intenzione di Tarkovskij di filmare la futuristica Fiera di Osaka, ma che non è stato possibile fare. Nonostante il tassello mancante il ricercato aspetto modernistico viene comunque espletato. Solaris è uno di quei film che ha fatto la storia del cinema, sopravvissuto a tagli, rimontaggio e doppiaggio arbitrario. Imperdibile!
Solaris (Id.) URSS 1971 Regia di: Andrei Tarkovskij. Genere: Fantascienza. Durata: 165′. Cast: Natalya Bondarchiuk, Donatas Banionis, Yuri Charvet, Jüri Järvet, Vladislav Dvorzhetsky, Nikolaj Grinko, Anatoli Solonitsyn, Sos Sarkisyan, Olga Barnet, Vitalik Kerdimun, Olga Kizilova, Aleksandr Misharin, Bagrat Oganesyan, Tamara Ogorodnikova, Yulian Semyonov, Valentina Sumenova, Georgi Tejkh, Sos Sarkisian. Fotografia: Vadim Jusov. Musiche: Eduard Artem’ev. Sceneggiatura: Andrej Tarkovskij, Fridrich Gorenštejn.
Solaris, recensione del film diretto da Andrei Tarkovskij.
Valutazione finale: 8/10