Strange Days, di Kathryn Bigelow

a cura di Ciro Andreotti

Los Angeles. A soli due giorni dal capodanno del 2000 Lenny Nero, ex poliziotto e spacciatore di clips per il filo-viaggio, si trova recapitata da Tick, il suo fornitore di clip, un filmato recante un Blackjack, ovvero la morte in diretta di uno dei protagonisti. Lenny pure rimanendo profondamente contrariato acquista il filmato e da quel momento per lui inizierà un viaggio che gli cambierà la vita.

La vigilia del secondo millennio osservata attraverso lo sguardo di Kathryn Bigelow ricorda molto La Città degli Angeli immortalata da Ridley Scott in Blade Runner (id.; 1982). Una Los Angeles perennemente avvolta in una penombra spettarle e in presenza di una bolgia di persone pronte ad affollarne disordinatamente le strade. E se nella pellicola dell’82 era il test Voight-Kampff a farla tecnologicamente da padrone, in tal caso è lo SQUID lo strumento per mezzo del quale vive e sopravvive Leonard ‘Lenny’ Nero, un Ralph Finnies lontano dai personaggi shakespeariani che l’hanno reso famoso. Scelto all’ultimo istante dopo che la regista aveva inizialmente pensato al Cubano Andy Garcia per il ruolo di protagonista, non prima di aver visto l’attore inglese nel ruolo del sadico ufficiale Amon Göth, in Schindler’s List – La lista di Schindler (Schindler’s List; 1993).

Finnies riesce a caratterizzare Nero grazie a una sana dose di auto ironia, lasciando ad Angela Bassett la parte più fisica e concreta della coppia di protagonisti e tramutando quindi il proprio personaggio, dal quale probabilmente sarebbe meglio allontanarsi molto rapidamente, in un anti-eroe della porta accanto capace di suscitare una sana dose di compassione. Oltre a Finnies ogni personaggio viene perfettamente delineato, inclusa la giovane cantante ed ex ragazza di Lenny: Faith impersonata da Juliette Lewis, che dando libero sfogo alla propria passione musicale (La Lewis è stata Leader del gruppo Juliette and the Licks) scelse realmente di cantare due hit di PJ Harvey non affidandosi al playback. Fino alla già citata Angela Bassett nel ruolo di una tassista per VIP che intravede in Nero qualche cosa di più di un semplice spacciatore di vecchi ricordi.

Da un flop, in termini d’incasso, a un successo che dura ancora a distanza di tre decadi

La regista divide con l’ex marito James Cameron e con il co – sceneggiatore Jay Cocks, che ampliò la sceneggiatura inizialmente di sole 90 pagine, il merito per una pellicola apparentemente pessimistica ma carica di pathos.Un thriller futuristico dalla trama efficace, cui vanno aggiunti ettolitri di adrenalina, generati sia da quella pompata nel sangue grazie alla filo trasmissione, ma anche grazie a una trama perfettamente orchestrata fra i meandri di una città in attesa del nuovo millennio.

Flop al botteghino, con appena 8 milioni di dollari d’incasso, a fronte di 42 spesi, Strange Days è stato nel corso degli anni ampiamente rivalutato sia dalla critica sia dal pubblico, creandosi uno zoccolo duro di fans sparsi per il mondo. Film che a oggi rimane ancora un caposaldo della letteratura cinematografica Cyberpunk e un giallo degno delle migliori pellicole del genere, da vedere almeno una volta nella vita se si desidera assaporare le medesime sensazioni di un vecchio thriller in bianco e nero e in stile hard-boiled.

Valutazione Finale: / 10

Strange Days (id.) USA, 1994 Regia di: Kathryn Bigelow Genere: drammatico, Fantascientifico Durata: 145′. Cast: Ralph Finnies, Angela Bassett, Juliette Lewis, Tom Sizemore, Mike Wilnott, Vincent D’Onofrio, Glenn Plummer, Brigitte Bako, Joe Urla, Elliott Sanders Scenografia: Lilly Kilvert Fotografia: Matthew F. Leonetti Musiche: Graeme Revell Montaggio: Howard Smith Soggetto: James Cameron Sceneggiatura: James Cameron, Jay Cocks Produzione: Lightstorm Entertainment Distribuzione: 20th Century Fox

Strange Days, di Kathryn Bigelow