a cura di Ciro Andreotti
Alla Barton Academy è l’ultimo giorno di lezione prima della sospensione per le festività natalizie. Tutti gli allievi sono in procinto di ricongiungersi alle rispettive famiglie. Tutti a parte cinque studenti fra i quali Angus Tully, che solo all’ultimo istante scopre di non poter ritornare a casa. A controllare i cinque studenti rimane il Professor Hunham, docente di lettere classiche e civiltà antiche, detestato da tutti a causa della sua grande severità.
Il Natale del 1970 non sarà ricordato come uno dei più incredibili del XX secolo, ma di certo tornerà alla memoria di chi lo ha trascorso in compagnia del professor Paul Hunham, come una di quelle circostanze capace di formarne il carattere. Almeno crediamo che il giovane Angus Tully si ricorderà di questa esperienza in bilico fra Breakfast Club (id.,1985) nel quale John Huges narrava un sabato di cinque studenti indisciplinati costretti a trascorrere assieme una giornata di punizione e L’attimo fuggente (Dead Poets Society.,1989) in cui le vicende si svolgono fra le mura della Welton Academy la cui qualità didattica e gli ambienti sembrano la copia di quelli della Barton. Parliamo in entrambi i casi di college maschili necessari a formare le nuove generazioni di leader degli States ed entrambi dotate di un corpo docente inflessibile. Ma se fra le aule della Welton si aggirava l’anticonformista professor John Keating, fra quelle ingessate della Barton è il Professor Hunham che si permette di fare la voce grossa. Odiato da tutto il corpo insegnanti e allievi, deriso per l’aspetto fisico e temuto da tutti per la sua grande intransigenza.
Paul Giamatti, nei convincenti panni di Paul Hunham, offre una prova in bilico fra la didattica piena di citazioni colte e la sensibilità dell’uomo maturo capace di fare, nel breve volgere di qualche giorno, da guida per il ribelle ma dotato Angus, il ventunenne Dominic Sessa, esordiente incredibilmente convincente e scelto quasi per caso al termine di centinaia di provini. Ai due si aggiunge l’attrice e cantante Da’Vine Joy Randolph, inserviente della Barton, segnata da un lutto capace di annientare chiunque, ma anche in grado di far avvicinare due poli all’apparenza respingenti come il giovane allievo e il burbero professore.
Payne riporta il proprio cinema, pieno di minimalismo e vita quotidiana, al centro della prossima notte degli Oscar, con la possibilità concreta di aggiungere nuovi titoli alle due statuette vinte per la sceneggiatura non originale sia nel 2005, con Sideways – In viaggio con Jack (Sideways; 2004), nel quale fra i protagonisti appariva Giamatti, sia nel 2012, con Paradiso Amaro (The Descendants; 2011). Lo fa ancora una volta con uno stile fatto di storie comuni e grazie a un una solida sceneggiatura, scritta da David Hemingson, che funziona come un ingranaggio ben oleato e in perenne bilico fra la reclusione dei protagonisti e un viaggio on the road che li porterà a completare la scoperta reciproca. Dando vita a una narrazione che oltre che essere debitrice degli anni ’80 lo è ancor di più nei confronti del cinema dei ’70, ricostruiti in maniera perfetta sia da un punto di vista di ambientazione, sia in termini di riprese, nonostante la pellicola sia stata girata in digitale.
E a film concluso ci sentiamo di consigliare il recupero e la riscoperta delle precedenti pellicole di un regista che come pochi altri sa descrivere quel mondo a parte che definiamo America.
The Holdovers – Lezioni di vita (The Holdovers) USA 2023. Regia di: Alexander Payne. Genere: Drammatico, commedia Durata: 133′. Cast: Paul Giamatti, Dominic Sessa, Da’Vine Joy Randolph, Carrie Preston, Michael Provost, Brady Hepner, Ian Dolley Fotografia: Eigil Bryld. Musiche: Mark Orton Soggetto: David Hemingson Sceneggiatura: David Hemingson Produzione: CAA media Finance Distribuzione: Universal Pictures