The Wire, recensione della serie TV ideata da David Simon.
A Baltimora la squadra narcotici comandata dal tenente Cedric Daniels ha quale obiettivo principale di bloccare lo spaccio di stupefacenti in una delle piazze più importanti degli States e a capo del quale si trova Avon Barksdale.
Quando David Simon mise mano ai ricordi di una decade trascorsa nella redazione del Baltimore Sun, quello che ne ricavò fu una narrazione non dall’immediato successo ma dal sicuro appeal e che con il tempo seppe costruirsi uno zoccolo duro come il diamante di appassionati. Una serie in cui la città di Baltimora, capace di primeggiare sia per alcuni tra i college più prestigiosi del paese, sia per il porto commercialmente più importante della nazione, fa da sfondo alle gesta di Clockers che si muovono agli angoli delle strade e di Hummer che le solcano per impartire loro gli ordini.
Simon, assieme al collega Ed Burns, suo alleato nelle riscritture di plot di grande successo, e anch’egli con un passato in bilico fra giornalismo, insegnamento e mondo della polizia, fu in grado di saccheggiare direttamente dalle proprie esperienze riuscendo nel non facile intento di fotografare la vita di strada e privata di un manipolo di personaggi. Scomponendo la narrazione di ogni stagione, in tante sotto trame da poter essere viste e riviste come cinque lungometraggi di qualche ora l’uno. Il tutto seguendo un canovaccio che ogni anno vede lo scardinamento di un preciso aspetto della Baltimora dei primi anni duemila e a iniziare dagli stupefacenti. Una città trasversale nel mondo USA perché non dorata come le più note New York, Chicago e Los Angeles, ma abbastanza grande e posizionata strategicamente per diventare il crocevia di numerosi traffici.
La serie di David Simon e Ed Burns si può fregiare del titolo di probabile migliore serie TV poliziesca di ogni epoca…
Ogni stagione, e ogni personaggio della serie, che sia santo o peccatore, spacciatore o affarista, speculatore o un semplice poliziotto di ronda, è visto sotto ogni punto di vista. Attraverso ogni sfaccettatura del proprio carattere, come nel solco dei migliori Procedural firmati da Mickey Spillane o Dashiell Hammett.
Tacciata a volte di grande immobilismo, con situazioni che paiono la scena di un’opera teatrale, costituite da intercettazioni ambientali, foto segnaletiche scattate da palazzi e sale piene di microfoni, da cui il titolo The Wire (trad.: Il filo). La creazione di Simon e Burns si può comunque fregiarsi del titolo di probabile migliore Serie TV poliziesca di ogni epoca. Capace di non risentire degli anni che sono trascorsi dalla messa in onda della sua ultima stagione. Sia per il realismo con il quale tratta e denuncia le storie di strada, sia per come affronta temi scottanti. Temi che dalla piaga della droga partono e che a questa sono inevitabilmente collegate, sia che si parli di corruzione politica o mondo della sanità.
The Wire (id) Soggetto: David Simon. Sceneggiatura: David Simon e Ed Burns. Musica: Tom Waits. Nazione: USA Anno: 2002-2008 Genere: Thriller, Drammatico. Durata: 60 episodi da 60’ circa. Cast: Dominic West, John Doman, Frankie Faison, Aiden Gillen, Deirdre Lovejoy, Clarke Peters, Wendell Pierce, Lance Reddick, Michael K. Williams, Andre Royo, Sonja Sohn, Jim True-Frost, Rob Wisdom. Distribuzione: HBO e Blown Deadline. Uscita: in Italia il 06-04-2005.
The Wire, recensione della serie TV ideata da David Simon.
Valutazione finale: 8/10