Una famiglia vincente, recensione del film diretto da Reinaldo Marcus Green.
Richard Williams, guardia giurata in un centro commerciale, e sua moglie Oracene, infermiera in ospedale, crescono le loro cinque figlie seguendo tradizioni di famiglia estremamente rigide e senza particolari lussi. Esigendo da ognuna il massimo rendimento scolastico, non facendogli mancare nulla e cullando per le figlie più piccole: Venus e Serena, il sogno di vederle eccellere nel tennis. Sport al quale dedicano ogni minuto di tempo fra allenamenti ai margini del sadismo e con ben fissa una sola idea ovvero che il duro lavoro unito a una ferrea disciplina le porterà entrambe verso una carriera piena di successi.
L’immancabile sorriso con cui Will Smith impersona il padre delle sorelle più celebri del circuito ATP la dice lunga sulla grande sicurezza con la quale questi giudicasse la bravura delle sue figlie. Entrambe cresciute a pane e tennis fra i campi in cemento di Compton, estrema periferia degradata della città degli Angeli, e alla perenne ricerca di un’occasione per farle conoscere.
“Io non le offro un Michael Jordan ma due…”
The King, questo il titolo originale della pellicola, e al tempo stesso soprannome con cui Williams è conosciuto, la dice lunga su chi sia il vero protagonista del film. Quindi non tanto il tennis e due delle sue interpreti migliori, ma bensì un uomo in perenne divisa da gioco o in uniforme da lavoro. Capace di pianificare tutto fino all’ultimo dettaglio. Portatore di un regime in stile militare e al tempo stesso certo di voler veder crescere nella migliore delle maniere tutte le sue figlie. Senza pressioni eccessive provenienti dall’esterno e senza sponsor e agenti pronti ad avventarsi su loro come avvoltoi.
Will Smith, presente anche nel ruolo di produttore esecutivo, assieme alle sorelle Williams, raggiunge la sua terza candidatura all’Oscar come miglior protagonista maschile. Grazie all’agiografia ben riuscita, ma forse anche edulcorata, di un uomo dei nostri tempi che non incontra davvero mai, o quasi, contrasti famigliari, a iniziare dalle due figlie: Venus, impersonata dalla sedicenne Saniyya Sidney, diventata celebre grazie a American Horror Story. E Serena, la quattordicenne Demi Singleton.
Pellicola di riscatto sociale e di razza, diretta dal regista di serie tv e cinema, Reinaldo Marcus Green che ti tiene incollato allo schermo fino alla fine. Stiamo parlando degli anni adolescenziali di Venus e Serena e prima che il vero successo prorompa nelle loro vite, ma nel complesso storia ben più appassionante della sua resa fin troppo buonista su celluloide.
Una famiglia vincente (King Richard.) USA 2021 Regia di: Martin Campbell. Genere: Drammatico, Sportivo Durata: 144′. Cast: Will Smith, Jon Bernthal, Liev Schreiber, Susie Abromeit, Aunjanue Ellis. Fotografia: Robert Elswit. Musiche: Lena Glikson, Susan Jacobs, Jason Ruder – canzone originale: “Be Alive” interpretata da Beyoncé (di Beyoncé, Dixson). Sceneggiatura: Zach Baylin
Una famiglia vincente, recensione del film diretto da Reinaldo Marcus Green.